STORIA DEGLI STRUMENTI DI PUBBLICISMO
A cura di: Gian Luigi Pezza  
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Lezione 14

Storia della radio

La tecnica progredisce - Primi tentativi di radiofonia

Nel 1889 Sir John Ambrose Fleming, professore nelle università di Cambridge, Nottingham e Londra, conduce nel 1904 le prime esperienze sulle cariche elettriche nel vuoto che porteranno all’invenzione del diodo a vuoto (51) brevettata nell’anno successivo (52). Tale dispositivo permetteva una maggiore stabilità nella ricezione, a scapito tuttavia di una peggiore sensibilità rispetto ai vecchi coherer.

Lo statunitense Lee De Forest aggiunge un elettrodo al diodo di Fleming inventando il triodo che brevetterà il 18.2.1906 (53), col nome di audion. Questa invenzione rivoluzionerà completamente i principi tecnici fino allora adottati sia nella progettazione dei ricevitori sia in quella dei trasmettitori. Il dispositivo infatti consente non solo di rivelare i segnali ma altresì di amplificarli e - ma lo si scoprirà solo alcuni anni dopo - di generare onde elettromagnetiche.

Mentre Marconi ed altri sperimentatori orientavano le loro ricerche per riuscire ad aumentare la distanza dei radiocollegamenti telegrafici tra punti fissi, facendo ricorso a trasmettitori sempre più potenti e sistemi d’antenna diversi, altri ricercatori rivolgevano i loro studi nel cercare di trasmettere, per mezzo delle onde radio, voci e suoni.

Il primo che ottenne risultati concreti in quest’ultimo campo fu Reginald Aubrey Fessenden (54) che riuscì a trasmettere la voce in luogo di segnali, sovrapponendo la corrente, generata da un microfono, alle onde hertziane e quindi a modularle. Le onde hertziane erano prodotte da un generatore ad arco di William Duddel, dispositivo che permetteva di smorzare le scintille molto rapidamente (55). Il sistema presentava tuttavia un gravissimo inconveniente: il microfono fondeva a causa della elevatissima corrente elettrica che lo attraversava, diventando in breve tempo inutilizzabile. Fessenden riuscì ad aggirare l’ostacolo raffreddando, con un particolare sistema a circolazione d’acqua, il microfono a granuli di carbone che in tal modo poteva sopportare correnti di ben 15 ampere. La vigilia di Natale del 1906 Fessenden riesce a trasmettere parole e musica usando uno speciale alternatore ad alta frequenza (56), che sviluppava una potenza di 500 watt e aveva una frequenza di emissione di 75.000 Hertz pari a una lunghezza d’onda di 4000 metri circa. Grande fu la sorpresa di un radiotelegrafista, imbarcato su una nave mercantile navigante lungo la costa, che all’improvviso udì nella cuffia, invece del consueto ticchettio dell’alfabeto Morse, risuonare delle musiche.

L’anno successivo, sempre in USA, Poulsen e De Forest effettuano anch’essi trasmissioni di parole e suoni raggiungendo distanze di 12 chilometri in terra e di 20 chilometri in mare.

Nel 1907 Fessenden costruisce un trasmettitore più potente (1 KW) e le parole pronunciate davanti al microfono vengono percepite fino a 320 chilometri di distanza lungo la costa orientale degli Stati Uniti: la radiofonia era diventata una realtà.

Anche in Germania, sotto la direzione di Goldschmidt, vengono condotti con lusinghiero successo esperimenti analoghi.

In Francia i militari effettuano esperimenti di radiofonia tra Parigi e Dieppe utilizzando la Torre Eiffel per la collocazione del trasmettitore. Un giornale dell’epoca descrisse collegamenti effettuati su una distanza di 550 chilometri ma la notizia non trova conferme ufficiali.

In Italia il professor Quirino Majorana, direttore dell’Istituto Superiore delle P.T., effettua a Roma, nel 1908, esperimenti di trasmissione in fonia collegando l’Istituto con il Forte di Monte Mario e successivamente il Forte di Monte Mario con Anzio, l’isola di Ponza e l’isola di La Maddalena (circa 300 Km); nel 1909 effettua un collegamento tra Roma e Trapani (circa 500 Km).

Marconi reagisce negativamente a queste iniziative; la T.S.F (Telegrafia senza fili), come egli stesso chiamava la sua invenzione, è e deve rimanere un sistema di comunicazione, soprattutto tra le stazioni di terra e le navi, deve porsi come un sistema alternativo alle comunicazioni telegrafiche via cavo (coast to coast) e mai e poi mai costituire un oggetto di ricreazione. Gli avvocati della Marconi Company (57) inoltrano istanze ai tribunali nel tentativo di far cessare gli esperimenti che ormai vengono condotti in numerosi paesi del mondo. Le controversie giudiziarie non saranno favorevoli a Marconi che, alla fine del 1910 si vedrà costretto, suo malgrado, a sottoscrivere delle transazioni di accettazione della radiofonia anche se intesa solo come mezzo di comunicazione di messaggi parlati (telefono senza filo). Soltanto nel 1920 Marconi (58) si arrenderà alla situazione che si è venuta a creare e accetterà la radiodiffusione ormai diventata strumento di diffusione musicale e solo secondariamente anche mezzo di informazione tanto che si recherà negli USA proprio per costatarne lo sviluppo.

Vanno ricordati anche gli esperimenti condotti in Italia: il collegamento in fonia, effettuato dal medico e fisico Riccardo Moretti per conto della Regia Marina, tra Roma e Tripoli nel 1912 (1200 Km) (59) e i collegamenti, eseguiti da Marconi nel marzo del 1914, tra la R. Nave Regina Elena e il porto di La Spezia fino ad una distanza di 73 chilometri.


(51) Thomas Alva Edison, perfezionando l’invenzione della lampadina elettrica, aveva notato, già nel 1883, che la superficie interna del bulbo si anneriva e aveva giustamente dedotto che ciò era dovuto a minuscole cariche di elettricità che uscendo dal filamento portavano con se minuscole particelle di materiale che si depositavano sulla superficie. Aveva anche introdotto nel bulbo una piastrina metallica e aveva osservato che applicando ad essa un potenziale positivo si determinava una corrente elettrica tra il filamento e la piastrina. Edison non si rese conto dell’applicabilità della scoperta.

(52) Un secondo brevetto con filamento metallico è del 1908.

(53) E’ verosimile che i primi risultati positivi siano stati raggiunti da De Forest XE "De Forest"  nel 1905; certamente nelle “fonti” c’è molta confusione di date sull’invenzione: Coolier’s Encyclopedia (1905), Enciclopedia Brittannica e G. Larousse (1906), American Encyclopedia e P. Larousse (1907).

(54) Ingegnere canadese, lavorava alla National Electric Signaling Company a Brant Rock (Massachusset - USA).

(55) Più tardi lo stesso principio sarà sfruttato dal danese Poulsen che perfeziona l’arco sonante di Duddel ponendo gli elettrodi dentro un contenitore pieno di idrogeno. L’arco voltaico, per effetto dell’idrogeno, produceva onde di ampiezza relativamente costante.

(56) L’alternatore era stato costruito sotto la direzione di K.A.R. Steinmetz e dell’ing. Ernest Alexanderson.

(57) Nuovo nome della Wireless Telegraph

(58) L. Solari, Marconi XE "Marconi"  nell’intimità e nel lavoro, Mondadori 1940, pag. 248

(59) L’autore non è riuscito a trovare conferma di questa notizia, riportata dal quotidiano romano  “Il Messaggero” nel 1976.


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Theorèin - Maggio 2005